Le misure contano
Vorrei parlarvi di una scienza che con l’avanzare della tecnologia ha avuto un notevole sviluppo, la «biomeccanica».
Stare
seduti
o
camminare,
correre
o
semplicemente
agire
nella
nostra
vita
comune
a
volte
è
difficile
se
non
fossero
intervenuti
studi
specifici
per
armonizzare
ed
ottimizzare
i
movimenti,
in
architettura
ci
si
affida
al
«Neufert»
un
manuale
dove
sono
riportate
le
misure
di
cose
diversissime
tipo,
l’ingombro
di
una
pecora
o
la
lunghezza
di
una
forchetta
per
arrivare
alla
misura
ottimale
di
un
posto
auto
o
alla
pendenza
di
una
rampa
per
disabili
motori.
Se
riportiamo
il
concetto
al
tiro
con
l’arco
arriviamo
a
capire
che
per
raggiungere
allineamenti
funzionali
al
tiro,
sono
necessarie
misure
dei
setti
ossei
e
muscolari
che
le
consentano.
Non
spavantatevi
sto
solo
dicendo
che
molti
arcieri
non
conoscono
la
tecnica
in
modo
completo
e
che
molti
dovranno
adattarsi
ad
una
postura
di tiro non «ortodossa».
I
rapporti
di
lunghezza
tra
le
ossa
e
i
gradi
di
libertà
che
hanno,
indicano
delle
possibilità
ben
precise
dell’arciere,
prendiamo
un
caso
anche
se
inventato,
un
arciere
in
posizione
di
tiro
prima
del
rilascio,
le
misure
sono
prese
sulle
cerniere
ossee,
esiste
un
allungo
primario
,
quello
che
va
dal
pivot
sull’impugnatura
ed
la
l’incavo
della
cocca,
poi
quello
secondario
che va dall’incavo della cocca alla punta del gomito della corda.
Queste
misure,
primarie
e
secondarie
si
devono
coordinare
con
la
misura
che
va
dalla
punta
del
gomito
della
corda
alla
spalla
della
corda
e
continuando
con
la
distanza
tra
le
due
spalle
e
dalla
spalla
dell’arco
al
gomito
e
poi dal gomito al polso e dal polso al pivot.
Un piccolo esempio effettuato con misure quasi casuali ……
•
A - distanza tra le spalle 400 mm.
•
B - lunghezza braccio 300 mm.
•
C - Lunghezza avambraccio 270 mm.
•
D - lunghezza mano dell’arco 90 mm alla tabacchiera. (ansa tra pollice ed indice)
•
D1 - lunghezza della mano della corda 160 mm alla prima falange della mano.
Lo
schema
«ALFA»
come
sappiamo
è
quello
più
funzionale
al
tiro,
mentre,
quello
«BETA»
ci
procurerà
instabilità
posturale
e
poca
precisione,
può
capitare
che
se
il
setto
«omerale
-
B»
che
parte
dalla
spalla
ed
arriva
al
gomito
sia
di
una
misura
che
non
si
accorda
con
la
lunghezza
del
setto
«radio
-
ulna
-
C»
per
portare
la
mano dello sgancio ad essere in linea con la linea della freccia pronta a partire.
Volutamente
ho
allungato
il
setto
B
e
mantenuto
fermo
il
punto
di
ancoraggio,
quello
che
risulta
è
questo,
schema
«DELTA», il polso deve piegarsi con un angolo non bello e poco funzionale alla precisione del tiro.
Vi
ricordo
che
un
arciere
agonista
sente
delle
differenze
di
allungo
nell’ordine
della
frazione
di
mm.
ed
è
molto
attento
a
tutti i segnali che arrivano al cervello e dai sensibilissimi recettori.
Non
diventate
matti
perchè
è
normale
avere
setti
con
misure
diverse,
tutti
abbiamo
una
gamba
più
lunga
dell’altra
e
ci
conviviamo benissimo, magari con qualche mal di schiena in più.
Altra caratteristica
della Biomeccanica è il calcolo degli sforzi che subisce il nostro corpo durante i suoi movimenti quotidiani o sportivi.
Date un occhiata a questi disegni, rappresentano il carico sulla vertebra lombare L3 in diverse posizioni e con un carico di 20 Kg.
Una
visita
dal
Posturologo
e
da
un
Terapista
che
allinei
la
colonna
vertebrale
e
qunt’altro
è
consigliato
anche
all’arciere
che
vuole
migliorare
le
sue
prestazioni
sportive.
Fontana Alessandro - Allenatore e Docente incaricato FITARCO